Ansia, angoscia, umore basso, stanchezza, disturbi del sonno, disturbi alimentari. La terapia può essere un’alleata per affrontare la perdita di un caro.
Il lutto costituisce un’esperienza ineliminabile nell’esistenza di ogni essere umano, ed è causa di grande sofferenza per quasi tutte le persone che lo subiscono. Nella maggior parte dei casi gli individui sono in grado da soli di adattarsi alla condizione, ma esistono dei fattori di rischio che possono influenzare l’evoluzione del lutto.
Tra questi ricordiamo: le caratteristiche della persona che ha subito il lutto (genere, età, personalità o religione, cultura e gruppo sociale di appartenenza), il tipo di morte, il grado di parentela e il sostegno al quale la persona potrà attingere, precedenti lutti non risolti, o una relazione ambivalente con la persona deceduta.
Le 6 fasi del lutto
Quando perdiamo una persona amata sentiamo di aver perso una parte di noi stessi, diventiamo vulnerabili e sperimentiamo un senso di vuoto incolmabile. Il lutto normalmente attraversa 6 tappe.
1) Rendersi conto della perdita.
2) Reagire alla perdita.
3) Riesaminare il rapporto
con la persona deceduta in modo più realistico possibile.
4) Abbandonare i vecchi attaccamenti col defunto.
5) Sviluppare un nuovo attaccamento col defunto adattandosi alla nuova realtà.
6) Reinvestire verso nuovi progetti di vita.
Solitamente 18 mesi sono il tempo necessario all’accettazione. Ma quando sono presenti più fattori di rischio questo tempo può non essere sufficiente. Tanto da bloccare il naturale processo di elaborazione.
Hai difficoltà a elaborare un lutto?
Alcuni indizi sono fondamentali per riconoscere che si è di fronte ad un lutto non risolto.
- Anche dopo molti anni dalla perdita, non si riesce a parlare della persona deceduta senza provare un cordoglio intenso. Come se fosse accaduto da poco. Eventi anche banali, stimolano una reazione di dolore eccessivo.
- Difficoltà a separarsi dagli oggetti appartenuti alla persona defunta (lasciare intoccata la stanza della persona cara). O all’opposto sbarazzarsi rapidamente di ogni cosa.
- Cambiamenti repentini dello stile di vita – identificarsi con tutto ciò che faceva il defunto.
- Fobia per la morte o per la malattia di cui soffriva la persona cara.
Lutto e psicoterapia
Il setting terapeutico rappresenta per il paziente in lutto un contesto protetto dove poter esprimere liberamente e senza alcun timore del giudizio i propri sentimenti, non soltanto il dolore, ma anche tutti quei sentimenti legati a conflitti irrisolti o emozioni ambivalenti provate verso il defunto. La sofferenza per la perdita di una persona cara può avere ripercussioni a livello fisico, come spossatezza, disturbi del sonno, pianto incontrollabile, disturbi alimentari, aumento della pressione, ansia costante, interruzione del ciclo mestruale, abbassamento delle difese immunitarie, umore costantemente basso, sensazione di angoscia e incapacità di affrontare le normali richieste della vita quotidiana.
Un lutto quindi può essere presente una componente traumatica tale da portare a una patologia. Nell’evento luttuoso con componente traumatica, è come se la persona fosse ancorata costantemente al momento della perdita e non partecipasse più al momento presente. Ma nello stesso tempo evita ogni ricordo che lo riporti all’evento luttuoso. Spesso è presente rabbia e attribuzione di colpe verso se stesso o ad altri, in modo del tutto irrazionale. E una ruminazione continua (rimuginazioni mentali) che blocca ancor di più la normale evoluzione del lutto.
EMDR ed elaborazione del lutto
Nei casi di lutto complicato, l’approccio terapeutico più indicato è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento dei traumi. Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati al lutto traumatico, subiscono una desensibilizzazione, con una diminuzione evidente dell’impatto emotivo negativo. Anche quando siano passati molti anni dal lutto, il cambiamento può avvenire in modo molto rapido.
I pensieri e le immagini intrusive solitamente si attutiscono o spariscono e le sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’EMDR permetterà al paziente di vivere il lutto con maggiore accettazione e senso di pace interiore. Il lutto traumatico si potrà dire risolto quando il paziente arriverà ad avere una rappresentazione interna adattiva della persona scomparsa. Così l’attaccamento non sarà perso ma solo trasformato. Le emozioni sane ed appropriate del lutto non verranno eliminate. Il paziente sarà però in grado di accettare la perdita e di ripensare a eventi vissuti con la persona cara, ricordando esperienze positive condivise.
“Fissare la morte in faccia, con l’aiuto di una guida, non solo mitiga il terrore, ma rende l’esistenza più intensa, più preziosa, più vitale. Un simile approccio alla morte ci fornisce istruzioni per la vita” (Irvin D.Yalom 2008).